Benvenuti!

Ciao a tutti e benvenuti su Una Ginnasta da Salotto!

Questo blog è la traduzione di The Couch Gymnast, blog sulla ginnastica internazionale.

lunedì 29 dicembre 2008

C’è voluto del tempo ma ora mi piacciono

-DALL’ARCHIVIO DI UNA GINNASTA DA SALOTTO (9 SEPT 2008)-

1. Vanessa Ferrari
La prima volta che l’ho vista, non mi piaceva. La sua ginnastica mi sembrava rozza e lei sembrava fatta come un’estintore (e quel body senza maniche le stava terribilmente). E poi era tutta acrobatica. Poi ho guardato e riguardato la gara di Aarhus e, in effetti, si meritava la vittoria.
Prima che qualcuno lo dica, LO SO che è caduta alla trave ma ho deciso che questa cosa di vincere con una caduta con il nuovo Codice è fuori dal mio controllo allo stesso modo di un disastro aereo, quindi respirerò a fondo e cercherò di ricordare a me stessa che in un mondo di ginnastica piatta, lei era la migliore, anche se non mi piace il nuovo sistema. E poi se avesse vinto Miss “Se Quella La Chiami Planche” Jana Bieger avesse vinto, avrei pianto. Non voglio mettermi contro Jana, ma la sua ginnastica non è bella e quella planche che faceva per me era solo una verticale storta.
Oltre a ciò, sto con Vanessa perchè Izbasa, Dikes e Joura non erano per niente pronte a una vittoria del genere (non ancora). Nastia aveva male al piede e Ashley Priess aveva fatto quel pasticcio al corpo libero, quindi erano entrambe fuori dai giochi.
Non mi piace la forma di Vanessa e, se vogliamo proprio guardare i dettagli, nemmeno la sua frangia, ma devo ammettere che il suo corpo libero era stupendo e meritevole di vincere.


2. Maria Olaru
Forse non mi è mai dispiaciuta la Olaru, ma nemmeno ci ho mai pensato troppo. Poi l’ho vista premiare dalla Federazione rumena e ho pensato che fosse una persona interessante, il che mi ha portato a leggere un’intervista sulla sua vita oggi, il che invece mi ha portato a riguardare la sua ginnastica. Forse quello che mi piace di più è la sua abilità di all-arounder e tutta l’acrobatica che riusciva a fare nonostante la sua altezza.



3. Shannon Miller
Il mio problema con la Miller era che, da australiana, non ne potevo più di sentirne parlare ancora prima di vederla. E devo ammettere che allora ero contro il successo di un’americana. Poi sono comparse su Youtube delle vecchie gare e ho iniziato ad apprezzarla. Era aggraziata e leggera, ma molto potente. E nonostante quello che le persone dicevano, non era un robot agli ordini degli allenatori. Le si leggeva in faccia che desiderava vincere, e tanto.



4. Elena Zamolodchikova
Non mi è mai piaciuta la sua ginnastica, nemmeno un pochino. Ok per volteggio ed acrobatica, ma il resto? Per favore. Forma imprecisa, trave ad una velocità ridicola e la grazia di un’ostrica nelle coreografie. La sua vittoria al corpo libero a Sydney è stata forte e ammetto di aver quasi pianto per lei quando ho visto che nè il suo allenatore nè la Khorkina festeggiavano con lei.
Ma dopo, mi sono rattristata per la sua lenta discesa davanti agli occhi del pubblico. Tutti avevano nostalgia dello stile della Regina Khorkina, l’ultima ginnasta sovietica, ma in realtà era Zamo. Non gareggiava solo per il suo paese e la sua squadra, era un’impiegata. Se avevano bisogno di lei, lei gareggiava – e continuavano a metterla in squadra no? Ammiro la sua dedizione totale per la squadra negli ultimi anni, quando cercava di trovare la sua strada dopo la fine della supremazia russa nel mondo ginnico anche quando divenne chiaro che, individualmente, non era più la ginnasta di una volta.

5. Chellsie Memmel
Ho iniziato a sentir parlare di Chellsie quando ancora cercavo di farmi una ragione del potere americano nella ginnastica. All’inizio non mi piaceva. Poi, con gli anni, ho iniziato non solo ad ammirarla come persona, ma ad amare il suo lavoro. Adesso è la mia ginnasta americana preferita di tutti i tempi. Aveva un nonsochè di speciale, nell’acrobatica e alla trave. Potente, precisa e, nonostante fosse un pochino più grossa delle altre, aveva una forma favolosa. Le punte erano quasi sempre tirate e le sue aperture perfette.
Poi mi piaceva come, durante le gare, era sempre decisa e determinata (a volte faceva quasi paura) e poi dopo la gara, durante le interviste, era così dolce e sorridente.
Ho iniziato ad adorare anche tutte quelle volte in cui credevo che non ci sarebbe più stata, lei tornava indietro con ancora più forza.
Quando l’ho rivista ai Nazionali e poi verso le Olimpiadi ero sconvolta dal modo in cui ha ripreso da dove aveva lasciato. E poi, tragedia! Mi ero appena ripresa dallo spavento al campo di allenamento quando ho sentito dell’infortunio alla caviglia. Ero più che triste per lei. Lei più di tutte si meritava di gareggiare, più della Sacramone. Anche se ora è finita, spero si ritiri per il suo corpo, ma dall’altro lato vorrei continuasse per sempre.

6. Daria Joura
All’inizio pensavo fosse una tizia insignificante con un bel sorriso che faceva un saluto originale, ma poi è maturata diventando una delle migliori ginnaste che l’Australia ha mai avuto e ha iniziato a piacermi, lei e i suoi splendidi esercizi al corpo libero. Mi si è spezzato il cuore per lei a Pechino, con quell’infortunio, poverina! È quasi sicuro che non sarà a Londra, ma chi può dirlo?

1 commento:

Giulyx14 ha detto...

Finalemente qualche straniera che accetta la vittoria di Vanessa XD
Povera Zamo....Mi piace troppo!!