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Questo blog è la traduzione di The Couch Gymnast, blog sulla ginnastica internazionale.

mercoledì 4 febbraio 2009

Vi ricordate?

L’inaspettato cambio di programma rumeno del 1981

È tristemente noto che la Federazione rumena si comportasse in maniera un po’ disonesta una volta. Falsificare l’età delle atlete era all’ordine del giorno secondo molte ginnaste degli anni divenute famose negli settanta e ottanta, l’epoca d’oro della fabbrica di ginnaste rumena. In poche parole, quando si trattava di far partecipare una mini ginnasta con un sacco di talento (e sembrava che non le finissero mai), falsificare il passaporto non era un problema per i Potenti della ginnastica nella terra di Nadia.

La squadra rumena del 1984

Ma non era l’unico mezzo utilizzato per piazzare le ragazze, o bambine, in gare importanti… o anche gare minori. Non si facevano problemi nemmeno con lo scambio di identità, come Bart Connor scoprì durante un tour negli anni ottanta. All’inizio del 1981, Ekaterina Szabo avrebbe apparentemente partecipato alla gara Los Angeles International Gymnastic Classic, alla quale Bart era presente. Ekate, allora soprannominata “la nuova Nadia” (un nomignolo che generalmente causa un ritiro prematuro della ginnasta a cui viene affibiato, diventando quindi più una minaccia che una promessa), era proprio una delle stelle che i fan si aspettavano di vedere.
Secondo quelli che all’epoca erano informati sui fatti, Ekaterina andò davvero in America, cosa che fece felice la folla, ansiosa di avere un nuovo idolo post Olga e Nadia. Si attendevano grandi nomi e nuovi talenti dalla Romania.

La ragazza che tutti aspettavano

Più avanti lo stesso anni, però, ad uno spettacolo del tour delle ginnaste rumene, Bart Connor (forse una specie di Ned Flanders, ma meno rompiscatole) si rese conto che una nuova ginnasta, Lavinia Agache, era la stessa che in precedenza quell’anno era stata presentata come Ekaterina Szabo. Inutile dire che ci furono delle proteste.

La ragazza che gareggiò (centro)

Non lo trovo particolarmente sorprendente, comunque. La parte migliore fu che quando fu richiesta una spiegazione alla Federazione: affermarono che un’altra ginnasta avrebbe dovuto presentarsi alla gara, Cristina Grigoras. Non potè invece partecipare per qualche ragione che non riuscirono a spiegare (forse portava ancora il pannolone e non volevano portarla così lontano), quindi sostituirla con la Agache.

Ma questo non spiega come mai sia gli organizzatori della gara sia gli annunciatori aspettassero Ekaterina, invece che una delle due ginnaste, o perché non ci fosse stato alcun annuncio pubblico del cambiamento di programma. Tra l’altro, nessuno alla Federazione menzionò la Szabo.

La ragazza che non era da nessuna parte (Grigoras)

È difficile capire se la Federazione avesse troppe attività losche in ballo da dimenticarsi chi avevano scambiato con chi e si fossero completamente confusi (cosa che capita quando si cade in un mare di bugie) oppure se questa risposta inconcludente avesse il solo scopo di sorprendere gli organizzatori americani a tal punto da farli demordere, così che la Federazione potesse tornare alle loro attività creative, come creazione di passaporti falsi e ricerche per la nuova Nadia nella corsia della maternità del più vicino ospedale.

Per fortuna, sia la Szabo che la Agache, innocenti spettatrici di tutto il casino, ebbero poi molto successo nei primi anni ottanta. La Agache vinse tre medaglie ai Mondiali del 1983 e la Szabo quattro medaglie d’oro alle Olimpiadi di Los Angeles nel 1984, perdendo di poco l’AA dietro a Mary Lou Retton. La Agache non gareggiò molto bene in questa occasione, portando a casa solo un bronzo al volteggio e un oro di squadra.

Sembra però che la Agache, sempre secondo il principio rumeno che dice che le regole della FIG sono in realtà solo suggerimenti, fu costretta ad assumere medicinali per il jet lag e le vertigini che le causarono in realtà un permanente senso di stordimento, ai danni della performance in gara. Ecco che tutto si spiega.

Inoltre, la Agache afferma anche che il suo anno di nascita fu falsificato, in modo che potesse gareggiare ai Mondiali del 1983.

Szabo in trave a Los Angeles

La misteriosa Cristina Grigoras, che scomparve praticamente per i due anni ad un inizio promettente, tornò sulla scena nel 1984, come membro della squadra iridata con Szabo e Agache, ma senza vincere nessuna medaglia individuale.

Agache (che qui non sembra troppo stordita) al corpo libero

Forse non c’è niente di sorprendente in tutto ciò, ma io lo trovo piuttosto divertente. Solo che adesso sono davvero curiosa di sapere dove cavolo è stata la Grigoras per tutto il tempo! Forse era infortunata, ma considerando la reputazione dei rumeni all’epoca è possibile che l’avessero congelata per non farla scadere prima delle Olimpiadi. Chi lo sa, tutto è possibile.

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