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Ciao a tutti e benvenuti su Una Ginnasta da Salotto!

Questo blog è la traduzione di The Couch Gymnast, blog sulla ginnastica internazionale.

giovedì 26 febbraio 2009

Il body peggiore - round 7...

INIZIA ORA!!!

Fluorescente da paura

Via una manica

Altro trash anni Novanta


Righe viola


Basta vederne metà per capire


Anche il Giappone sbaglia

Cara Jordyn Wieber



Ok, mi piaci.

Ma che sia chiaro: non volevo che mi piacessi.

E di sicuro non volevo vedere te e il tuo pazzesco e giovanile talento ginnico dare quella mazzata alla mia adorata Bridget Sloan questo weekend. Quindi non sono nemmeno così felice che tu abbia vinto la American Cup.

Ci sono appunto moltissime ragioni per diffidare di te:

- Il fatto che tu faccia tutte queste cose difficili alla tua età vuol dire che potresti esaurirti prima del 2011 (o comunque quando penseranno che sarai abbastanza grande da gareggiare con le ragazze più grandi), quindi forse non dovrei nemmeno disturbarmi ad abituarmi alla tua presenza visto che rimarrei presto delusa.

- Il fatto che balli come Shawn Johnson, cioè non balli (Nessuno trova estremamente ironic oil fatto che Shawn partecipi ad un programma tv sul ballo quando in realtà lei non balla mai? Non fraintendetemi, adoro Shawn, davvero. Ma devo ammettere che la coreografia non è il suo punto forte.

- Il fatto che non sopporto la tua musica del corpo libero (allo stesso modo in cui non sopportavo quella di Kim Zmeskal all’epoca)


- Il fatto che in un’intervista hai descritto una tua giornata tip dicendo che ti alleni, vai a scuola, vai su Facebook o MySpace (o una di queste altre cose alla moda che fanno i ragazzini con internet) e poi a letto. Non sembra una vita di un individuo completo, questa. Ok, la colpa della mia intolleranza per le troppe ore di allenamento di una ginnasta è di Liang Chow. Adesso che so che si possono formare atlete del calibro della Johnson in molte meno ore, mi immagino sia possibile farlo sempre.


-Il fatto che hai una faccia così seria durante le gare da sfiorare i livelli di Gina Gogean (come se ti dessero più punti perché fai pietà ai giudici per quello sguardo depresso)


- Il fatto che hai battuto Bridget Sloan (Oh cavolo, l’ho già detto? Beh, era il suo turno e ti sei intromessa. Onestamente, questa me la lego al dito)


- E poi, lo so che sono esagerata, ma il tuo nome? Quella y in Jordyn, era proprio il caso? Mi ricorda mia sorella, che alle superiori ha deciso di farsi chiamare Kayte invece di Kate. Imbarazzante.

Così, volevo che mi fossi antipatica.

Ma poi ho guardato il tuo esercizio alla trave e ho concluso che è impossibile non rimanerne impressionati per la difficoltà e per la tua planche che sembra quella di Miss Ferrari (me la ricordi un pochino in effetti, in senso buono).

Poi ho guardato il tuo volteggio. Chi non apprezzerebbe quello Yurchenko con due avvitamenti?

Poi ho visto un’intervista in cui eri tutta seria e nervosa, che era carina e tenera. E poi, quando finalmente ti sei rilassata e hai sorriso, eri così solare e dolce che non ce l’ho fatta.
Quindi, nonostante i miei sforzi, ho deciso che sei dolce e piena di talento e che saresti completamente sprecata se non riuscissi a durare ancora un paio d’anni (capito signor Allenatore, chiunque tu sia? Trattala bene) per poterti confrontare con un branco di cinesine ai Mondiali o alle Olimpiadi.

Ma Jordyn, se vogliamo essere amiche, c’è qualcosa che devo chiederti (a parte parlare con tua madre seriamente del tuo nome). Il tuo esercizio al corpo libero. Posso capire che tu non sia una ballerina e che sembri un po’ strana tra una diagonale e l’altra. Ma davvero... quel pezzo dopo la seconda diagonale? Quando fai quel calcio e poi sembra che stia per fare una verticale ma invece non la fai e ti fermi prima, cadi sul fianco, fai una posa e ti alzi.

COSA CAVOLO SAREBBE????




Ok, è solo una parte dell’esercizio ma veramente, è uno dei peggiori non-elementi che io abbia mai visto al corpo libero. Forse ho visto una cosa simile in trave (forse di nuovo Miss Johnson?) usato come patetico tentativo di soddisfare l’esigenza tecnica di avere elementi vicino alla trave. Ma al corpo libero?
Lo so che non è che sia colpa tua, visto che probabilmente qualcuno ha creato la coreografia per te. Ma di sicuro hai il dono della vista no? È stupido, Jordy. Stupido.
Come lo potrebbero indicare nel Codice? La verticale mal riuscita con arrivo su un fianco? Esiste la sezione per i non-elementi? Quanto potrebbe valere? È uno spreco di totale di 4 secondi, tanto che dovrebbero penalizzarlo!

Questo è ciò che penso. O fai una verticale o ti sdrai su un fianco, ma non puoi fare entrambe le cose!

Forse penserai che non sono razionale, ma penso lo stesso di Keira Knightley: non c’è niente di male in lei, ma mi irrita terribilmente.
Puoi per favore fare qualcosa? Parla con il tuo allenatore, licenzia il coreografo, fai qualsiasi cosa possibile per risolvere il problema.

Comunque, mi ha fatto piacere parlarti un po’. Spero che ora potremo essere amiche in questo quadriennio che ci aspetta.

Auguri per il futuro,
Una Ginnasta da Salotto

lunedì 23 febbraio 2009

La verticale del giorno

Verticale a un braccio al confine tra Utah, Colarado, New Mexico e Arizona.

venerdì 20 febbraio 2009

Il giorno in cui Anna Pavs ha condiviso la sua tequila...

.....CON YELENA!!

Oh ma come io sentire molto bene!
Crazie Pavs!
Ciao ciudici! Ciao trave!
Adesso io appoggiare qui per pochi minuti, aspetto mio turno...
...e ascoltare un poco Beyonce.


Ma sì sto bene. Sto proprio beeeene.
Tu solo dire me quando ciudice vuole vedere me e io alzarmi!


Okay!
Aspettare musica.
Aspettare musica.
Eccola, io iniziare!!

Okay! Io muovo!
Oh e adesso cosa fare?
Io dimenticato...

Io facio posa!

Guardatemi! Guarda mio sguardo fiero!

Oh come io sentirmi strana.
No sguardo in basso! No sguardo in basso!
Oh... troppo tardi.

Veloce, fai qualcosa!


Ecco sì! Muovo molto mie mani!
Muovere mani davanti a ciudici!


Muovi fianchi! Oh mi sento Beyonce adesso!

E su!!!

Uh oh. Mio stomaco fare doppi salti avanti.
Devo finire presto.


Ok io finito! Tu pensare che ciudici notano che musica ancora suona mentre io ferma?

Per fafore, dove è bagno?

Hic!

giovedì 19 febbraio 2009

La gentilezza degli stranieri

Quando L'ultima Eroina della Ginnasta Bulgara Fu Salvata Grazie All'Amore Del Sud Africa Per Lo Sport


La Bulgaria è stata, come l’Ungheria, una potenza nella ginnastica in cui atlete come Diana Dudeva, l’unica medaglia olimpica del paese, e la sua compagna di squadra Boriana Stoyanova regnavano tra le migliori del mondo. Adesso è già tanto vedere una bulgara gareggiare, figuriamoci sul podio. Come in altri paesi dell’Europa dell’est, i fondi destinati alla ginnastica furono drasticamente ridotti negli anni settanta e ottanta dopo il crollo del comunismo e i programmi per la diffusione dello sport non venivano più finanziati e organizzati.

La situazione della Bulgaria si fece così tragica, secondo Gymnastics Greats, che la Federazione fu costretta a ritirare la nazionale dai Mondiali nel 1991 per mancanza di fondi, finché una azienda americana si interessò della cosa e li sponsorizzò.

Quando si pensa alla ginnastica artistica in Bulgaria, viene in mente una ginnasta in particolare: la meravigliosa Silvia Mitova, ricordata soprattutto per il suo esercizio al corpo libero su "Blues for Kook", uno splendido mix tra musica deliziosamente bizzarra e coreografia eccentrica tipicamente anni novanta. È uno di quegli esercizi che bisogna vedere. Eccolo.
Qualcuno odiava la musica, io la adoro. In ogni caso, sentite un po’ Kathy J che miagola “...it feels gooood” alla fine. Divertente!

Ma quell’esercizio è solo uno dei tanti elementi incredibili nella carriera della Mitova. C’è molto di più in questa triste storia, che ha per fortuna un bel finale.

Silvia è stata campionessa nazionale bulgara per almeno cinque volte ed è stata una delle poche ginnaste a cui fu permeso di gareggiare alle Olimpiadi del 1992 dopo che molte risultarono positive all’uso di diuretici, come la ginnasta vietnamita alle ultime Olimpiadi. Mitova finì undicesima nell’AA e ottava al corpo libero.

Alcuni non sanno che ebbe un infortunio molto grave e nemmeno che fu un fan sudafricano della ginnastica a salvarla. Mentre si allenava per i Mondiali del 1993, Mitova cadde provando un doppio con doppio avvitamento e si ruppe una vertebra della schiena. Rimase paralizzata per due settimane prima che un’operazione a Parigi la facesse camminare di nuovo. Avrebbe avuto bisogno di altre operazioni se avesse voluto ricominciare con la ginnastica.

Poco prima dell’incidente, Silvia era stata invitata a partecipare ad una gara parte di un festival dello sport in Sud Africa, dove la ginnastica stava diventando popolare. Quando annullò la sua partecipazione a causa dell’infortunio, un uomo di nome Wessel Oosthuizen, padre di un membro della nazionale sudafricana, la invitò ad andare ugualmente. Le presentò un neurochirurgo di nome Johann Wasserman, che si offrì generosamente di operarla gratuitamente, riuscendo a metterle a posto la schiena usando un pezzo d’osso prelevato da un’anca. Andò così bene che in quello stesso anno fu in grado di ricominciare con la ginnastica. Per la Mitova, sentirsi dire una cosa del genere a dicembre fu un sogno che si avvera, un meraviglioso regalo di Natale. Sfortunatamente, non riuscì a farcela alle Olimpiadi del 1996 che aveva sognato.

Silvia con il dottore che l’ha operata gratuitamente, Johann

La sua vita è stata molto intensa comunque e non ha mai lasciato la ginnastica. Si è sposata e si è trsferita negli USA portando anche i genitori Maia and Zarko, che erano stati ginnasti e avevano anche loro gareggiato ai loro tempi nella nazionale bulgara. Furono anche gli allenatori di Silvia. Oggi Silvia, sua madre, padre e marito si occupano di una società a Zieglerville. Tra tutti, hanno più di sessanta anni di esperienza come allenatori da condividere con le giovani ginnaste della zona.

Sylvia allenatrice

Nel 2008, Wessel Oosthuizen, l’uomo che aveva invitato Silvia in Africa, è andato negli USA. Anche questa volta ha invitato in Sud Africa la Mitova, stavolta in qualità di allenatrice, con alcune delle sue ginnaste per gareggiare. Lei ci è andata con undici ginnaste con le rispettive famiglie e gli allenatori; ospitate da famiglie locali, le ragazze si sono allenate e hanno gareggiato con le ginnaste sudafricane in quello che hanno definito un safari ginnico di dodici giorni.

Alcune delle ginnaste di Silvia in Sud Africa

Silvia rimarrà eternamente grata a Johan Wasserman e a Wessel Osthuizen per la loro generosità."Quando mi sono fatta male, Wessel era quello che mi aveva invitato in Africa. Mi ha aiutata a farmi fare una risonanza. Mi ha pagato il soggiorno in ospedale. Mi ha aiutata così tanto. È arrivato a gennaio e ha invitato qui tutta la squadra. Ho pensato che sarebbe stata un’ottima opportunità per loro. Il Sud Africa è una nazione meravigliosa e i sudafricani sono splendidi”

Silvia bambina agli Europei junior

Le ginnaste di Silvia dicono di essersi divertite un sacco in Africa nel vedere come si allenano e come vivono le ragazze lì. Silvia ha due bambini, Jessica e Justin e organizza la gara Silvia Mitova Invitational ogni anno. Sembra che vada tutto alla grande a casa Mitova, specialmente considerato quello che sarebbe invece potuto succedere.

La verticale del giorno

Un panda scende da un albero al contrario!

Chi viene e chi va

I talenti della ginnastica che hanno fatto molta strada prima di arrivare dove si trovano ora
I Campionati Africani della scorsa settimana, che si sono svolti al Cairo, sono stati dominati dalle egiziane, in particolare dalla giovane Sherine El Zeiny. Non solo ha conquistato l’oro nell’AA, ma anche al corpo libero, volteggio e parallele e un bronzo alla trave. Così ho curiosato un po’ in giro per informarmi su questa ginnasta, di cui sapevo molto poco nonostante avessi sentito spesso il suo nome.
Mi ha sorpreso il fatto che il suo sito (abbastanza ridotto) sia scritto in olandese e non in arabo come mi sarei aspettata. El Zeiny ha origini arabe e olandesi, sembra: è nata nei Paesi Bassi, ma ha la doppia cittadinanza con l’Egitto. Ha vissuto e si è allenata a Nijmegen per la Pro Patria Zoetermeer e ha gareggiato agli Europei junior di squadra, piazzandosi 73esima nell’AA. Gareggia però più spesso per l’Egitto, sia alla Coppa del Mondo che ai Mondiali. Ha anche partecipato per l’Egitto alle Olimpiadi di Pechino grazie alla regola delle wildcard, unica rappresentante femminile africana ai Giochi. El Zeiny deve comunque la sua partecipazione alla meravigliosa performance di Stoccarda ai Mondiali: è infatti arrivata sorprendentemente 91esima su 215 ginnaste.

"Essere l’unica partecipante africana è entusiasmante”, ha detto ai giornalisti, “Mi da una motivazione in più perché vorrei che tutti gli egiziani e gli africani fossero orgogliosi di me”.

Questo mi ha fatto pensare a come la ginnastica internazionale sia sempre più influenzata dall’immigrazione, dalla politica e dalla globalizzazione crescente. Sembra che, anche se le diverse nazioni continuano a gareggiare l’una contro l’altra come hanno sempre fatto, il paese di nascita o di residenza non sempre coincide con la propria squadra. Esistono altri fattori determinanti, come la politica, la famiglia, l’istruzione, l’economia e la lealtà. La lista di oggi riguarda quindi quelle ginnaste che si sono ritrovate a lavorare o a vivere in altri paesi e le ragioni di queste scelte.


Poche persone nel mondo della ginnastica ignorano la storia di Oksana Chusovitina. E non capisco come si potesse non conoscerla, vista l’attenzione dei media sulla sua storia. Ogni mattina aspettavo il programma del mattino sui Giochi che c’era qui in Australia per vedere quando l’avrebbero tirata fuori... E ovviamente l’hanno fatto! Oksana è diventata una delle storie commoventi che i presentatori amano scoprire. Oksana ha cambiato una bella varietà di body, gareggiando per l’URRS, poi la Squadra Unificata, infine per l’Uzbekistan, tutti cambiamenti dovuti alle turbolenze politiche che hanno travolto la Russia negli ultimi cinquanta anni. Oksana si è anche allenata con una squadra tedesca a Colonia ogni anno dal 1997, ma non si è trasferita (il marito però è rimasto in Uzbekistan ad allenare) finché il figlio Alisher si è ammalato di leucemia e degli amici tedeschi le hanno offerto supporto finanziario per le cure.


Quando le hanno detto che se fosse stata cittadina tedesca, dopo tre anni le cure di Alisher sarebbero state gratuite, Chusovitina non ha esitato a fare questo cambiamento e gareggiare per la Germania. Suo marito, però, non può ottenere la cittadinanza ed è rimasto quindi a Tashkent alla loro palestra. Anche se Oksana afferma che non è importante per lei gareggiare per un paese o un altro, rimarrà eternamente grata alla Germania per l’aiuto al figlio.

"La Germania ha fatto grandi cose per lui. Non pensavamo che un altro paese potesse fare tutto questo. So che nel mondo ci sono più persone buone che cattive. Quando siamo arrivati in Germania, dopo una settimana era già all’ospedale per le cure. La Germania gli ha ridato la vita”

Molte ex ginnaste si sono trasferite in altri paesi per diventare allenatrici. Per molte ginnaste dell’est, un lavoro negli Stati Uniti, in Australia o nell’Europa occidentale è molto più redditizio che nei loro paesi, nonostante la nostalgia di casa. Maria Olaru ha passato un po’ di tempo a Klagenfurt in Austria, con un contratto di tre mesi ottenuto grazie al presidente della società ginnica.

La nostalgia della Romania era insopportabile per la Olaru, che alla fine è tornata a casa prima del tempo.

"Mi mancava troppo casa, la città era morta. Non si vedono persone in giro per strada e chi esce, prende la macchina. Avevo così tanta nostalgia che quando sono arrivata, non ho mangiato altro che un panino e un’insalata per i primi cinque giorni”

L’allenatore di Shawn Johnson, Liang Chow, ha allenato la squadra femminile in preparazione alle Olimpiadi per dimostrare alla Cina quanta strada aveva fatto dopo il ritiro.

“Sono soddisfatto delle atlete e di me stesso. Non ero più tornato in Cina da quattordici anni ed è un onore tornare come allenatore della squadra degli Stati Uniti.”

Alcuni hanno lasciato gli Stati Uniti per allenare, scoprendo poi che il desiderio di gareggiare non era ancora scomparso. Dodici anni dopo aver vinto proprio “quell’AA” per l’Unione Sovietica, Tatiana Gutsu ha annunciato il suo ritorno... Con la squadra degli USA!


Mentre allenava a Detroit, la Gutsu ha ricominciato ad allenarsi dietro consiglio di un altro allenatore. A quel punto aveva già ricevuto la cittadinanza americana quindi non avrebbe potuto nemmeno volendo ritornare ad allenarsi per l’Ukraina, squadra nella quale era stata piazzata dopo la dissoluzione dell’URRS. Non aveva dei bei ricordi di quel periodo, ha detto al giornale International Gymnast. Quando si era ritrovata ad allenarsi con un allenatore diverso, le cose cominciarono a cambiare, spingendola al ritiro all’inizio.

"La famiglia non c’era più. Non è come quando strappi una foto ma hai ancora tutte le parti, anche se separate. È molto peggio. I sogni non c’erano più. Non mi definisco come una vittima, ma per me e le altre atlete era tutta colpa della rottura dell’Unione”.

Nel 2002, Gutsu ha deciso di allenarsi ancora su tre attrezzi, lasciando da parte solo le parallele, per i nazionali USA sperando di qualificarsi per i Mondiali di Anaheim. Diceva che allenarsi la entusiasmava, ma che sembrava che il suo corpo si stesse svegliando da un coma. Gutsu non vedeva l’ora di gareggiare per un altro paese, comunque.

"Ho già gareggiato per l’URRS, quindi sarà una bella differenza gareggiare per gli USA. Ho così tante medaglie per l’URRS che sarà divertente averne qualcuna anche per gli USA!”

Ma la Gutsu non è riuscita ad arrivare in squadra alla fine.
Shavahn Church, cittadina britannica e americana, ha cominciato ad allenarsi negli Stati Uniti per arrivare alla squadra nazionale. Agli American Classic del 2003 arrivò quarta nell’AA e conquistò un oro alle parallele. Lo stesso anno ottenne ottimi risultati anche ai nazionali, anche se ci fu qualche controversia per un punteggio non assegnato per un elemento nuovo che Shavahn aveva eseguito. L’anno successivo, purtroppo, fu costretta a ritirarsi dopo un solo giorno di gara ai nazionali per una mano rotta.

Dopo la guarigione, Shavahn ha annunciato di voler gareggiare per la squadra britannica. Ha mantenuto la residenza negli USA ma si spostava nel Regno Unito per gare e campi di allenamento. Disse che, oltre che avere più possibilità di qualificarsi nella squadra britannica, non vedeva l’ora di passare più tempo nel Regno Unito.

"Mamma e papà sono cittadini britannici e le mie sorelle Carly e Jade sono nate nel Regno Unito. Abbiamo i parenti e le nonne in Inghilterra, quindi potrò vederle più spesso. Inoltre, a causa dell’infortunio, non avevo molte possibilità di arrivare alla squadra nazionale negli USA"

Si è trattato di una decisione perfetta per Shavahn, visto che è poi riuscita a qualificarsi per i Mondiali del 2005 a Melbourne, finendo la gara ventesima nell’AA. È stata poi quinta ai Commonwealth Games a Melbourne e ha vinto un argento alle parallele prima che un altro infortunio la costringesse a tornare negli USA per gareggiare all’università per l’UCLA.
Tra l’altro la ginnastica universitaria è sempre stata un punto d’arrivo per le atlete dopo la carriera agonistica e molte università hanno oltrepassato i confini nazionali per recuperare talenti per le loro squadre.

Gabriela Onodi, che non è in alcun modo parente della superstar Henrietta Onodi, è stata membro della nazionale ungherese per otto anni, durante i quali ha vinto l’AA degli Hungarian Masters per tre volte. Ha gareggiato a Mondiali ed Europei, conquistando un sesto posto al corpo libero agli Europei 1998. Successivamente, si è trasferita per gareggiare con gli Utah Utes come all-arounder.

Moltissime ginnaste canadesi hanno fatto lo stesso, per completare la loro carriera. Sia Elyse Hopfner-Hibbs che Aisha Gerber hanno utilizzato delle borse di studio per gareggiare con i UCLA Bruins quest’anno. Elyse, la prima canadese a vincere una medaglia ai Mondiali, ha terminato a Pechino il suo ultimo anno da agonista e approfittato della partenza dell’allenatrice Carol Angela Orchard per andare all’università. Elyse ha firmato per la UCLA, ma secondo la Orchard ha temuto questo cambiamento fino a poco tempo fa. È maturata molto negli ultimi tempi, dice un’intervista della CBC, ed è ora entusiasta dell’avvenimento.

Carol Angela Orchard afferma di volere che Elyse ora pensi a se stessa, e non alla sua nazione.

"Non voglio che si trasferisca pensando “Quello che sto facendo non va bene per il mio paese”. È una giovane donna che ha dato molto. Voglio che vada e si diverta perché se lo é meritato. Voglio dire, stiamo parlando della UCLA! Sarà una grande avventura! Elyse ha dato molto alla ginnastica canadese. So che ora si tratta di una magra consolazione – dopo la trave a Pechino – ma è la ginnasta di maggior successo che abbiamo mai avuto”.

Sia la ginnasta australiana Chloe Sims, vincitrice dell’AA dei Commonwealth Games di Melbourne nel 2006, che Olivia Vivian, che ha gareggiato a Pechino documentando la sua avventura in un blog, si sono ora spostate all’università. Vivian saluta la sua nuova vita americana alla Ohio State University, dove gareggia per i Beavers, con lo stesso umorismo contagioso col quale sembra salutare ogni avvenimento. Nel suo blog dice:


“La cosa bella delle lezioni è che tutti sono fissati col mio accento australiano. Ho fatto una presentazione oggi e giuro che nessuno ascoltava quello che dicevo perché erano troppo interessati a come lo dicevo! Pazienza, comunque, credo proprio che una A sia il giusto compenso per aver avuto tutta quella gente che mi fissava col sorriso!”

Ed ecco ora ancora qualche esempio di ginnaste che hanno avuto a che fare con più di una squadra nazionale!

L’anno scorso si diceva in giro che Jana Bieger dovesse abbandonare la squadra USA per quella tedesca. Ma si trattava solo di pettegolezzi.

Si sa che due delle ginnaste più popolari del passato quadriennio sono nate in Russia. Daria Joura è nata in Siberia e Nastia Liukin vicino a Mosca. Entrambe si sono spostate in altri paesi grazie alle abilità di allenatori dei loro genitori, che miravano ad iniziare una nuova vita in paesi più fortunati.

Erica Lynn Danko, che ha gareggiato per il Giappone ai Junior Pacific Rims, conquistando un argento al volteggio con uno Yurchenko con due avvitamenti, ha apparentemente la doppia cittadinanza giapponese/statunitense (non riesco però a trovare il suo paese di residenza. Qualcuno ne sa qualcosa?).


La cittadina messicana/statunitense Mandi Rodriguez ha sorpreso tutti quanti, inclusa se stessa, prendendosi una pausa dalla sua carriera di ginnasta all’università con i Beavers (non ha sbagliato nemmeno un esercizio sui 48 totali l’anno scorso) per gareggiare ai campionati nazionali messicani e arrivando sesta nell’AA.

Una Ginnasta da Salotto ha già scritto di due giovani ginnaste USA che gareggiano per i loro paesi di nascita. Jessica Pouchet di Trinidad e Tobago ha passato l’adolescenza allenandosi un po’ negli USA e a Trinidad con la squadra nazionale. Ha gareggiato ai Commonwealth Games e ai Carribean Games per Trinidad e Tobago. Poi si è spostata all’università, gareggiando per la Brown. Ha affermato in una intervista che aiutare il suo paese a migliorare nella ginnastica era molto più importante di ogni guadagno personale o individuale.

Gigja Hermannson ha combattuto contro la mononucleosis per gareggiare per l’Islanda nel 2003 ai Mondiali di Anaheim, nonostante vivesse a San Jose in California. Anche se non era una agonista quando è stato scritto un articolo su di lei nel The Almaden Valley Times, Gigja era la 124esima ginnasta al mondo e si era allenata nell’estate in Islanda per gareggiare ai Mondiali e ai Giochi Scandinavi, sostituendo un’altra atleta in una squadra a cui mancava ancora qualcosa nonostante il notevole miglioramento.

Sia Viktoria Karpenko che Yevgenia Kuznetsova hanno lasciato l’Ucraina per la Bulgaria per gareggiare nella nazionale nel 2002. Nessuna delle due ha avuto particolare successo da allora. La Karpenko ha tentato di tornare a gareggiare per due volte, ma ha subito vari infortuni.

domenica 15 febbraio 2009

Il body migliore - round 6...

Inizia ora!

E oggi si parla di:
Miglior sforzo di squadra

Molti di questi body mi sono stati segnalati da voi, altri li ho trovati. Penso che sia più difficile in generale decidere che cosa è bello e non che cosa è brutto. Prendete per esempio il body rosa degli Stati Uniti, che è stato uno dei più discussi: c’è chi lo ama e chi lo odia. L’ho infilato qui in mezzo per questa ragione, anche se ne metto uno solo per nazione. Comunque, c’è molta scelta oggi quindi credo che anche le persone più esigenti riusciranno a trovare qualcosa di decente nel mucchio!

Stati Uniti

Cina

Uzbekistan

Regno Unito

Russia

Romania

Giappone

Germania

Croazia


Australia

Italia

Canada