-DALL’ARCHIVIO DI UNA GINNASTA DA SALOTTO (5 OTT 2008)-
Non è colpa mia, me l’hanno fatto mettere
Dura la vita di una ginnasta famosa: allenamenti ogni giorno, quando non ti alleni mangi, dormi o studi. Ogni giorno si ripete uguale. Ma finalmente arriva il giorno in cui, dopo aver vinto qualche gara importante, la gente inizia a sapere chi sei. Poi arrivano i giornali, ti inseguono, ti chiedono di usare la tua faccia per qualcosa, di partecipare a qualche evento o di esibirti. Qualcuno scrive un articolo su di te o vuole usare il tuo nome per un prodotto. Arrivano le opportunità. Magari ti vogliono per un servizio fotografico: WOW!! Magari indosserai qualcosa di Versace e ti sentirai come una modella famosa. Magari ti lasceranno persino tenere il vestito!
Poi il giorno arriva e qualcuno ti fa indossare qualcosa del genere...

Non so chi è la persona in piedi dietro Beth, ma si può quasi toccare la compassione che emana. Sta pensando “Povera ragazza”, ma sta anche pensando quanto è felice di non essere quella on addosso quel body da maggiordomo/ginnasta/pagliaccio. Povera Beth, sembra congelata in quell’espressione, forse è lo shock. O il pensiero dell’umiliazione che subirà quando la foto sarà pubblicata.

E chi dice che la storia non si ripete? Elsa sembra un pochino meno imbarazzata. Forse anche per merito dell’uomo che ha a fianco.

Mi immagino il gruppo di esperti di moda intorno ad un tavolo, tutti a tastare il nuovo vestito di maglia color mostarda con scaldabraccia/guanti coordinati, che pensano a come cavolo trovare qualcuno che lo potrebbe voler indossare.
E qualcuno ha un’illuminazione. “Ecco. Possiamo chiederlo a una veramente bassa. Ci sarà così grata di averle chiesto di fare la modella che sarà disponibile ad indossare qualsiasi cosa”. E l’idea piace a tutti.
“Grande idea!”
“Che ne dite di un fantino per esempio?”
“No aspetta, una ginnasta!”
“Sono sicuro c’è qualche russa o rumena povera e affamata di denaro che lo farebbe!”
“Ho sentito dire che Lilia Podkopayeva ha del tempo libero...”
La povera Beth era probabilmente felicissima di avere

finalmente qualcosa di decente da mettersi per una foto. Poi le hanno chiesto di mettersi in questa strana posa da marionetta. Ma in ogni caso di sicuro pensava “Questo va bene, mica come quel body da incubo dell’altra volta”. Poi hanno acceso un ventilatore a tutta velocità davanti a lei. E quando ha sentito i capelli volarle via per la brezza artificiale... ha capito che anche stavolta era finita.

Sembra che le agenzie pubblicitarie cinesi abbiano usato Cheng Fei così tanto prima delle Olimpiadi di Pechino che ad un certo punto erano a corto di idee. Così ecco che hanno deciso di vestirla da pirata, metterla in una caverna con in mano un lazo da cowboy e qualche melodrammatico gioco di luce e lasciare che ci pensassero i lettori a capire di cosa si trattasse. Non mi sorprende che la sua faccia sia così confusa.

Ok, forse non non le è andata così male con questa roba insignificante che le hanno messo addosso, ma chiunque abbia avuto l’idea di renderla sexy facendole mettere quel dito in bocca stile Lolita dovrebbe essere fucilato sul posto. Miss Patterson non funziona con il sexy. O forse dovrebbe sembrare confusa? Confusa funziona.

Se fossi stata in Georgia o Dasha, avrei chiesto che se proprio era il caso di vestirsi come ballerine Thai per festeggiare l’arrivo di Pechino, allora avrebbe dovuto farlo l’intera squadra.
Dasha ha provato una tattica diversa, però: ha pensato che se avessi chiuso gli occhi, ma proprio strizzati, allora sarebbe stato come non esserci. Se non vedo loro, loro non mi possono vedere. Mi dispiace Dasha, stavolta non ha funzionato. Ma potrebbe funzionare quando ti daranno una pipa e del tweed da metterti per festeggiare Londra 2012.

Oh Isabelle. Quanto è terribile questa foto? Fammi contare un po’: le scarpe; i capelli; il vestito; l’abbronzatura marrone. E basta forse... No aspetta, l’espressione del viso.
Almeno possono dare la colpa a qualcun’altro però!
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