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Ciao a tutti e benvenuti su Una Ginnasta da Salotto!

Questo blog è la traduzione di The Couch Gymnast, blog sulla ginnastica internazionale.

domenica 25 gennaio 2009

Crimini sartoriali - parte 2

-DALL’ARCHIVIO DI UNA GINNASTA DA SALOTTO (5 OTT 2008)-


Non è colpa mia, me l’hanno fatto mettere

Dura la vita di una ginnasta famosa: allenamenti ogni giorno, quando non ti alleni mangi, dormi o studi. Ogni giorno si ripete uguale. Ma finalmente arriva il giorno in cui, dopo aver vinto qualche gara importante, la gente inizia a sapere chi sei. Poi arrivano i giornali, ti inseguono, ti chiedono di usare la tua faccia per qualcosa, di partecipare a qualche evento o di esibirti. Qualcuno scrive un articolo su di te o vuole usare il tuo nome per un prodotto. Arrivano le opportunità. Magari ti vogliono per un servizio fotografico: WOW!! Magari indosserai qualcosa di Versace e ti sentirai come una modella famosa. Magari ti lasceranno persino tenere il vestito!
Poi il giorno arriva e qualcuno ti fa indossare qualcosa del genere...


Non so chi è la persona in piedi dietro Beth, ma si può quasi toccare la compassione che emana. Sta pensando “Povera ragazza”, ma sta anche pensando quanto è felice di non essere quella on addosso quel body da maggiordomo/ginnasta/pagliaccio. Povera Beth, sembra congelata in quell’espressione, forse è lo shock. O il pensiero dell’umiliazione che subirà quando la foto sarà pubblicata.




E chi dice che la storia non si ripete? Elsa sembra un pochino meno imbarazzata. Forse anche per merito dell’uomo che ha a fianco.


Mi immagino il gruppo di esperti di moda intorno ad un tavolo, tutti a tastare il nuovo vestito di maglia color mostarda con scaldabraccia/guanti coordinati, che pensano a come cavolo trovare qualcuno che lo potrebbe voler indossare.
E qualcuno ha un’illuminazione. “Ecco. Possiamo chiederlo a una veramente bassa. Ci sarà così grata di averle chiesto di fare la modella che sarà disponibile ad indossare qualsiasi cosa”. E l’idea piace a tutti.
“Grande idea!”
“Che ne dite di un fantino per esempio?”
“No aspetta, una ginnasta!”
“Sono sicuro c’è qualche russa o rumena povera e affamata di denaro che lo farebbe!”
“Ho sentito dire che Lilia Podkopayeva ha del tempo libero...”



La povera Beth era probabilmente felicissima di avere finalmente qualcosa di decente da mettersi per una foto. Poi le hanno chiesto di mettersi in questa strana posa da marionetta. Ma in ogni caso di sicuro pensava “Questo va bene, mica come quel body da incubo dell’altra volta”. Poi hanno acceso un ventilatore a tutta velocità davanti a lei. E quando ha sentito i capelli volarle via per la brezza artificiale... ha capito che anche stavolta era finita.




Sembra che le agenzie pubblicitarie cinesi abbiano usato Cheng Fei così tanto prima delle Olimpiadi di Pechino che ad un certo punto erano a corto di idee. Così ecco che hanno deciso di vestirla da pirata, metterla in una caverna con in mano un lazo da cowboy e qualche melodrammatico gioco di luce e lasciare che ci pensassero i lettori a capire di cosa si trattasse. Non mi sorprende che la sua faccia sia così confusa.



Ok, forse non non le è andata così male con questa roba insignificante che le hanno messo addosso, ma chiunque abbia avuto l’idea di renderla sexy facendole mettere quel dito in bocca stile Lolita dovrebbe essere fucilato sul posto. Miss Patterson non funziona con il sexy. O forse dovrebbe sembrare confusa? Confusa funziona.



Se fossi stata in Georgia o Dasha, avrei chiesto che se proprio era il caso di vestirsi come ballerine Thai per festeggiare l’arrivo di Pechino, allora avrebbe dovuto farlo l’intera squadra.
Dasha ha provato una tattica diversa, però: ha pensato che se avessi chiuso gli occhi, ma proprio strizzati, allora sarebbe stato come non esserci. Se non vedo loro, loro non mi possono vedere. Mi dispiace Dasha, stavolta non ha funzionato. Ma potrebbe funzionare quando ti daranno una pipa e del tweed da metterti per festeggiare Londra 2012.



Oh Isabelle. Quanto è terribile questa foto? Fammi contare un po’: le scarpe; i capelli; il vestito; l’abbronzatura marrone. E basta forse... No aspetta, l’espressione del viso.

Almeno possono dare la colpa a qualcun’altro però!

La pecora nera di Deva

-DALL’ARCHIVIO DI UNA GINNASTA DA SALOTTO (8 OTT 2008)-

La Romania è stata probabilmente la prima nazione ad essere accusata di produrre ginnaste in serie, tutte identiche. Particolarmente negli anni ottanta e novanta, erano tutte piccole, brune, con gambe lunghe e busto corto, molto dinamiche con volteggi e acrobatica incredibili, tutte appiccicate alla trave con un equilibrio imbattibile e poco a loro agio sulle parallele, ma in ogni caso capaci di raccogliere medaglie negli AA. Erano sempre troppo serie persino durante le gare e la maggior parte di loro ha avuto una carriera breve e, come poi si è scoperto successivamente, la tendenza ad essere un po’ sotto l’età consentita. Ovviamente erano anche diverse per certi aspetti, sia in termini di personalità che di preparazione ginnica, ma i giornali si ostinavano ad usare termini come “robotiche” e “cupe” per descriverle, specialmente negli anni novanta.
Ma che importa, la Romania aveva trovato la sua formula fisiologica e psicologica per il successo, e non volevano di sicuro cambiare! A Deva continuavano a sfornare campioni, quindi di sicuro la loro formula era vincente.
Ogni tanto, però, una di loro era un po’ diversa dalle altre, spezzava la catena di piccoline brune ma vinceva comunque: c’è stata l’altissima Maria Olaru, poi l’olimpionica dalla lunga carriera Lavinia Milosovici, la biondissima Amanar, la pigra e cattivella Marinescu.
Ma la ginnasta rumena che davvero non era fatta con lo stampo è stata Catalina Ponor: tutto in lei era diverso. Se la Regina Khorkina era la diva del dramma della ginnastica russa, Cata era la Principessa rumena un po’ birichina, ma mai troppo sopra le righe. A differenza di quelle che sono passate alla carriera di modelle con pochi vestiti addosso, lei è riuscita a stare dalla parte giusta dello scandalo... ma di poco. È riuscita comunque ad essere interessante ed un pochino sfacciata in uno sport dominato da mini brave ragazze.
Ecco alcune delle ragioni per cui Cata si distingueva dalla massa.

Era diversa: a differenza delle sue compagne di squadra, dimostrava la sua età. Era una donna, non una bimba. Era alta per una ginnasta e, tra l’altro, molto bella.



Non ha la solita storia delle solite ginnaste rumene. Non si allenava nemmeno a Onesti o a Deva all’inizio, ma fu scoperta nel periodo nero per la ginnastica rumena in cui Bitang e Belu giravano disperatamente per il paese per scoprire nuovi talenti. Trovarono Miss Ponor all’età di quindici anni a Costanta, dove si allenava. E infatti ha raggiunto il picco della sua carriera tardi, a diciassette anni ad Atene, e non a otto anni come le altre. Anche se si comportò molto bene ad Anaheim nel 2003, quell’anno non vinse nemmeno i nazionali rumeni! In un’intervista, disse che desiderava continuare dopo Atene perchè non era a Deva da molto tempo, il che significava che non aveva ancora sacrificato troppo la sua vita per la ginnastica.

Come per la Khorkina, la gente parlava di lei. Tutti i rumeni si interessavano della sua vita amorosa (sì, ne aveva una!). Ad un certo punto della sua carriera, mentre lei stava guarendo dalla scarlattina, anche Robert Stanescu (che si diceva fosse il suo ragazzo) si ammalò misteriosamente della stessa malattia. Tutta la sqaudra maschile rumena fu messa sotto controllo medico e dovettero prendere antibiotici. Tutto questo due giorni prima dei campionati Europei di Amsterdam! Non c’è bisogno di sottolineare che in quel momento nessuno la amava.

Non aveva paura di prendersela coi giudici. Lei e Belu si batterono per farle alzare il valore di partenza assegnato sia in trave che al corpo libero ai Mondiali del 2005 quando ottenne un valore partenza sorprendendentemente basso all’inizio, uscendo così da tutte le finali. Poi Cata affilò gli artigli, lamendandosi rumorosamente con i media della giuria in quella gara, che apparentemente non sapeva come fare il proprio lavoro.

La povera Cata è stata vittima del karma. Un umiliante articolo di giornale, affermò che la sua sfortuna a Melbourne era da attribuirsi a (come si può dire in modo elegante?)... alla sua prima esperienza con certi “problemi femminili”! E poi continuavano la spiegazione dicendo che le atlete si sviluppano in ritardo e che Catalina era turbata e preoccupata per questa ragione. Possibile che in Romania non esista la sfera privata???
Era una ribelle. Lei e le compagne Florica Leonida e Alexandra Eremia furono scoperte al ritorno da una festa alle prime ore del mattino durante il periodo di allenamento. Immagino che una cosa del genere a Deva fosse grave quanto drogarsi o farsi mettere incinte. Nessuna aveva il permesso di andare alle feste, nemmeno per poche ore. In effetti, in quel periodo si stavano preparando per i Mondiali!
Questa fu una delle ragioni per cui Belu smantellò la squadra e le mandò ad allenarsi a casa per qualche tempo, dicendo che le ragazze erano troppo pigre e fuori controllo.

E inoltre, era diversa anche nel modo di vestire (ehm ehm).

sabato 24 gennaio 2009

Quando lo sport è una cosa di famiglia

-DALL’ARCHIVIO DI UNA GINNASTA DA SALOTTO (14 OTT 2008)-

Nella mia famiglia erano tutti o nuotatori o corridori. I miei vicini di casa da piccoli giocavano a netball o basket. Poi ci sono le famiglie di ginnasti, vedi la famiglia Liukin. Ma dev’essere davvero una rarità quando due persone della stessa famiglia sono campioni dello stesso sport! Beh... Non così raro come sembra! Ecco una lista di sorelle con carriere ginniche di successo.
Le sorelle Khorkina
Yulia Khorkina è ovviamente la sorella della Regina Khorkina, il che deve essere stato un bel fardello da portarsi dietro! È più giovane di Svetlana di tre anni e ha le stesse linee lunghe e forma elegante della sorella, ragione per cui i suoi allenatori le hanno dato coreografie ed esercizi simili alla sorella. È un po’ fastidioso comunque vedere questa ginnasta simile ma non uguale gareggiare con gli stessi esercizi di Sveta, ma senza la sua stessa precisione.
Yulia ha appoggiato la carriera della sorella, persino andando a Sydney per tirarla su dopo le disastrose finali AA. In pure stile Svetlana, sono andate insieme dal parrucchiere e dalla manicure e hanno visitato l’aquario di Sydney con degli amici, per cercare di cancellare l’orrore del giorno prima dalla mente di Sveta e prepararla alle finali per attrezzo.
Yulia non era male come ginnasta e ha partecipato ai nazionali russi e a qualche gara internazionale. Agli WOGA Classic del 2004, ha gareggiato contro Monette Russo e Holly Vise, arrivando ottava nell’AA. Eseguì al corpo libero l’esercizio di tre anni prima della sorella. Disse ai giornalisti “Come in tutte le cose quando si ha una sorella più grande, me l’ha passato”. Beh, meglio questo che i suoi jeans strappati e fuori moda o i libri scolastici!
Nel 2005, quando il mondo seppe della gravidanza di Sveta, le due sorelle andarono insieme negli Stati Uniti ad insegnare ginnastica ai bambini di varie società.



Le sorelle Hindermann
Marie-Sophie Hindermann è una delle ginnaste tedesche di maggior successo degli ultimi anni. È stranamente alta per una ginnasta (1.70m), persino più della Khorkina, e il suo primo successo risale agli Europei junior del 2006 a Volos, quando vinse l’argento al volteggio e il bronzo alle parallele. Giulia è la sorella più piccola ed è entrata nella squadra junior tedesca quest’anno. Come Marie-Sophie, ha linee molto lunghe e begli esercizi alle parallele, Stalder compresi.
Le sorelle Joura
Il talento non finisce con Daria: Natalia è la sorella più piccola, anche lei ginnasta di successo negli ultimi tempi, prova che crescere in una palestra è un vantaggio per la carriera. Mentre Dasha vinceva l’AA senior nel 2008 ai campionati australiani a Melbourne, Natalia vinceva invece l’AA al Level Ten International, più un oro alle parallele, argento al corpo libero e bronzo al volteggio nelle finali per attrezzo. Con un po’ di fortuna potremo vederle gareggiare nella stessa squadra nei prossimi anni.
Le sorelle Yurkina
Olga e Yulia Yurkina sono gemelle. Nate il 20 settembre 1979, hanno gareggiato per la Bielorussia nei primi anni di indipendenza dello stato. Iniziarono nel 1992 ai Campionati Europei ed entrambe parteciparono ai Mondiali con la squadra, prima di ritirarsi nel 1997. Olga ebbe la carriera migliore, arrivando alle Olimpiadi del 1996 e piazzandosi sesta con la sua squadra.
Negli anni seguenti, le ragazze parteciparono ad alcuni spettacoli negli Stati Uniti, tra cui uno al Sea World con Svetlana Baitova, prima di diventare allenatrici. Da vere gemelle, finirono per allenare nella stessa società ed entrambe sposarono uomini bielorussi (si diceva che Olga fosse uscita persino con il famoso ginnasta Ivan Ivankov!).
Le sorelle Huci
Una delle storie più tristi arriva ovviamente dalla Romania: ecco a voi le sorelle Huci. Ana Maria era già una ginnasta di successo, quando la sorella Alexandra volle seguirne i passi. La madre diceva di dover togliere qualsiasi cosa fragile dal soggiorno per salvarla dalle piroette e dai salti delle sorelle.
Quando Ana Maria iniziò ad allenarsi a Deva, dovevano portare via Alexandra di peso perchè voleva essere lì anche lei. La sua prima allenatrice, Lucia Musstat, disse che aveva visto un grande talento e determinazione in Alexandra fin dall’inizio. Anche Alexandra alla fine arrivò a Deva, vincendo i nazionali all’età di 11 anni nella sua categoria.
Purtroppo, Alexandra collassò durante un allenamento a causa di un problema congenito, cadde in coma e morì pochi giorni dopo all’ospedale di Timisoara. All’epoca, Ana Maria si era già ritirata da un anno a causa di un infortunio alla schiena, ma era rimasta a studiare a Deva. Poichè stava sostenendo degli esami, i suoi genitori non le dissero subito cosa era successo alla sorella. Il funerale fu rimandato al sabato della settimana in cui morì, così che la povera Ana Maria potesse finire gli esami e poi parteciparvi.
Le sorelle Mackie
I Mackie sono una famiglia devota alla ginnastica: erano ginnasti i genitori; il fratello grande Owen ha gareggiato ai nazionali canadesi due volte; ecco poi Gael e Charlotte. La prima, una delle ginnaste migliori del Canada, ha partecipato con successo a diverse gare internazionali e di Coppa del Mondo. Ha poi partecipato alle Olimpiadi di Atene ed è diventata ginnasta per la squadra dell’Università dello Utah. La sorella Charlotte segue le sue orme, piazzandosi prima nell’AA ad una gara ai nazionali canadesi come fece Gael. È stata poi quarta ai nazionali junior e sembra essere in lizza per il 2012. Tenendo le dita incrociate, con tutti i nuovi talenti canadesi, si qualificheranno anche come squadra. Charlotte dice che la sorella Gael è una delle sue ginnaste preferite.

Sorelle all’università
Chissà, magari Charlotte continuerà la sua carriera all’università, seguendo la tradizione delle Schwikerts, Tasha e Jordan, e delle Kupets, Ashley e Courtney. Courtney, l’olimpionica, dice di aver iniziato a fare ginnastica per essere come la sorella più grande Ashley. Le sorelle Schwikert iniziarono a fare la ginnastica per un ammutinamento collettivo contro la madre, che le voleva tenniste. Dicono di non essere mai state in competizione tra di loro a causa delle diverse età e quindi delle diverse categorie.
O magari saranno come le sorelle Russell: la più giovane, Miranda, ha scelto un college diverso dalla sorella Rehana, il che significa anche gareggiare una contro l’altra. Sono cresciute gareggiando una contro l’altra, afferma Rehana, visto che i loro passatempi includevano gare di verticali in cucina o mettersi in body e fare acrobazie in cortile!

Un pizzico di pseudoefedrina...

-DALL’ARCHIVIO DI UNA GINNASTA DA SALOTTO (22 OTT 2008)-

… ha rovinato i ricordi della carriera agonistica di Andreea Raducan, ma di certo non le ha tolto il titolo di ginnasta rumena preferita dai lettori di Una Ginnasta da Salotto. Ecco alcune delle ragioni per cui la amiamo:





Aveva un talento straordinario. Qualcuno sarà sorpreso nel sentirmelo dire, ma è difficile individuare le vere perle tra tutte le talentuose rumene. Raducan passò in nazionale come sostituta delle ritirate Milosovici e Gogean e accidenti se le ha sostituite! Grande acrobatica, sapeva ballare e aveva un’incredibile energia per essere così piccola!




Era anche troppo carina. Non dimenticherò mai quel video di Sydney quando, mi pare durante il riscaldamento, una ginnasta, forse australiana, cadde di brutto e sullo sfondo si vede la reazione di Andreea alla scena. Il suo sguardo prima di terrore, poi di sollievo era troppo divertente! Ovviamente, nonostante il cavallo messo all’altezza sbagliata, Andreea fece bene lo stesso.


Era così adorata che tutta la nazione la appoggiò dopo lo scandalo di Sydney. Il presidente le inviò dei fiori, 4000 studenti marciarono per farle riavere la medaglia in una città che si chiama Craiova e in 1000 le portarono regali di compleanno al ritorno dai giochi.




Fu suo padre a decidere di farla diventare una ginnasta. Vista la scelta tra atletica e ginnastica, il padre la portò a quattro anni e mezzo in palestra per la prima volta, con in mente il trionfo di Nadia Comaneci. Da allora, Andreea ha vinto un numero incalcolabile di medaglie per la sua società prima di essere selezionata per Deva e poi per la Nazionale.




Ha avuto molto successo dopo il ritiro. Si è laureata in giornalismo e ha lavorato come agente di viaggi e organizzatrice di eventi. È stata anche una modella, ma non il tipo di modella che ha fatto la Ungureanu. Andreea è riuscita a rimanere vestita!


Non sembra abbia avuto problemi col suo corpo. In un’intervista disse al giornalista che era diventata sovrappeso dopo il ritiro ma non le interessava. Ha poi ricominciato a fare esercizio fisico, ma più per stare bene che per perdere peso. Disse che non le interessavano le diete: “Sto bene così come sono”, affermò. Buon per lei! Sono certa che si dovesse preoccupare del peso fin troppo quando gareggiava.

I premi per la trave di Una Ginnasta da Salotto

-DALL’ARCHIVIO DI UNA GINNASTA DA SALOTTO (2 NOV 2008)-

Ecco un elenco di ginnaste che hanno contribuito a fare della trave un attrezzo così entusiasmante ed emozionante.











Li Shanshan per tutto, ma in particolare per la pirouette con la gamba a 180° e quel salto dietro teso che sembra metterci tutto il tempo del mondo per finire

Henrietta Onodi per... beh, per l’Onodi! Uno degli elementi più belli della ginnastica, che mi piace vedere e rivedere, a differenza del salto laterale. L’Onodi fa sembrare tutto il corpo più aggraziato ed è anche abbastanza audace da risultare spettacolare.


Ludmilla Ezhova per la sua lunga carriera e la sua bravura alla trave. Aveva sempre un’ottima forma nonostante fosse bassa. Ma principalmente la ringrazio per la serie Onodi + rovesciata avanti senza mani + salto laterale.





Le rumene per essere sempre state così brave in trave nonostante momenti di crisi come squadra. Certo, ci sono state ginnaste migliori come Ponor, Dobre e Comaneci ma in generale, riescono sempre a fare ottimi esercizi.












Svetlana Khorkina per la sua uscita in Gainer con 2 avvitamenti e mezzo. Doveva sempre distinguersi lei... Ma in questo caso, ha funzionato.





Yang Bo per i suoi esercizi alla trave: meravigliosi, mozzafiato e spesso da spezzare il cuore. E per il Yang Bo, uno dei salti più belli della ginnastica.


Carly Patterson, perchè riusciva a fare gli elementi più difficili come se fosse leggera come una piuma.






Elyse Hopfner-Hibb per la sua originalità: la serie ruota senza mani e due salti tesi dietro, l’entrata in rovesciata e l’infilata. Ma soprattutto per averci sorpreso con il bronzo nel 2006 ai Mondiali.






Lauren Mitchell perchè è uno dei nuovi talenti che deve ancora dimostrare il suo valore. Purtroppo a Pechino è uscita dalle finali in trave, ma spero ce la farà ai Mondiali perchè il suo esercizio è molto difficile, con rovesciata avanti senza mani in serie con il salto dietro e tutto il resto. Sarebbe meraviglioso vedere un’australiana in finale alla trave!



Di solito non mi occupo di ginnastica dei college (non per scelta, solo perchè riesco a vedere quello che è disponibile su Youtube), ma devo mettere Grace Taylor nella lista per il suo straordinario lavoro con i Georgia Gym Dogs negli ultimi anni. Sempre aggrazziata, esercizi con molte difficoltà che quasi mai sbaglia. Ha vinto otto titoli alla trave con i Georgia, tutti meritati.









Iryna Krasnyanskaya per I suoi esercizi stupendi. È generalmente molto brava in trave e ha alte difficoltà, riuscendo a mantenere la grazia in movimenti come la verticale con un giro in spaccata con discesa in squadra unita, il suo enjambee cambio ad anello e la sua pirouette con gamba a 180°. È super elegante ed è stato emozionante vederla vincere nel 2006 come trionfo per se stessa e per la ginnastica ucraina.

giovedì 22 gennaio 2009

Mentre non ci sono..

Ciao a tutti. Solo un micro-post per avvertirvi che la sottoscritta Ginnasta da Salotto è ancora persa nel nulla più assoluto, troppo lontana da possibilità di usare telecomunicazioni per aggiornare il blog frequentemente. Ecco il perché del silenzio.

Ma non temete. Dopo il 28 tornerò in un posto in cui al mattino sono i rumori delle auto e delle persone che mi svegliano, e non da mamma oca con i suoi piccolini che vogliono la colazione fuori dalla mia finestra. Lo so, le ochette sono carine. Ma sottolineo che niente è carino alle 5 del mattino.

State calmi, ho un piano. Per questa settimana, vi lascio nelle mani della mia stagista, finché non torno nella civiltà. A volte è un po' scortese, questo non è proprio il suo mondo, ma mi sembra di capire che si intenda abbastanza di ginnastica, giusto per farvi compagnia per qualche giorno.

Si chiama Martha, ma direi di chiamarla solo "Hey, tu, portami un caffè!"

"Cinnasta da Zalotto molto pella, ya!"


Magari è un po' rompiscatole, ma cucina degli ottimi muffin ai mirtilli ed è sempre pronta a correre da Starbucks. A presto, gente.
(Anche i concorsi continueranno. Grazie per i nuovi contributi!)

sabato 17 gennaio 2009

La ginnastica è dolorosa...

-DALL’ARCHIVIO DI UNA GINNASTA DA SALOTTO (23 SEPT 2008)-

... Non crediate che non sia vero!

La lista di oggi comprende una serie di citazioni riguardanti gli infortuni e il dolore di uno sport in cui è necessaria un’immensa tenacia e anche conoscere le consequenza dei rischi che una ginnasta decide di correre.

“Fare ginnastica è peggio che essere un ufficiale di Marina. Ci sono più o meno 2000 ufficiali di Marina ma solo 200 ginnaste di alto livello. Forse perchè ci sono bambini che preferiscono avere una vita piuttosto che passare sei ore al giorno a provare elementi che potrebbero ucciderti. Non fatevi ingannare dalle persone in body, quello che le ginnaste fanno fa sembrare gli ufficiali dei deboli. E facciamo tutto quanto senza pistola”
Hailey Graham in Stick It

"È stato un incidente quando mi sono dislocata la prima falange del dito medio al riscaldamento per il volteggio. Sono scesa dai materassini e ho avvertito l’allenatore. È passato del tempo prima che arrivasse il medico, che poi è stato anche inutile visto che non era autorizzato a risolvere il mio problema. Ho ringraziato per aver disgustato mille volte la mia allenatrice con tagli sanguinanti e cose simili. Per essere una così delicata di stomaco, ha fatto una gran cosa a rimettermi a posto il dito. Sono molto orgogliosa di lei!”
Dasha Joura, PerthNow Column.

“La prima cosa che ti insegnano quando impari elementi con fase di volo è come cadere in modo corretto. Non sento alcun dolore durante le gare ma mi viene solo da chiedermi “Come sono arrivata qui? Perchè sono a terra?”
Shayla Worley. International Gymnast. “Mi ha resa più forte. La ginnastica mi ha preparato per la vita reale. Tutto accade per una ragione”
Annia Hatch sulla rottura dei legamenti crociati. Baltimore Sun.

“Dopo l’infortunio al ginocchio, a nessuno interessava come stessi; volevano solo che tornassi alla ginnastica per vincere altre medaglie per il paese”
Lavinia Agache, International Gymast

“La prima caduta stupida che uno fa è quella che poi ti farà decidere se continuare o no con la ginnastica. E la maggior parte delle volte accade in trave. È difficile che una giovane ginnasta faccia la prima caduta stupida alle parallele perchè non fa ancora elementi difficili, mentre alla trave si può cadere su qualsiasi cosa. Io stavo solo camminando sulla trave! Dopo, o trovi il coraggio di ripetere l’elemento o non torni più in palestra! Il coraggio è obbligatorio nel nostro sport”
Olivia Vivian (WAIS Blog)
“Questo era un infortunio diverso. Questo mi diceva che ne avevo avuto abbastanza. Per fortuna, non ho avuto un infortunio grave. Era un infortunio che mi diceva che c’era qualcosa di debole nel mio corpo che non dovevo sforzare”
Kim Zemeskal sul suo ritiro per infortunio. International Gymnast.

“Sono stato ad un seminario a Losanna e la ginnastica era classificata come il 17° sport più pericoloso, senza includere gli sport estremi. Inoltre, la salute degli atleti è strettamente legata alla loro capacità di guarire. Non dimentichiamo che in Romania il sonno è stato il solo metodo di guarigione per molto tempo. Più si tiene agli atleti e meno problemi ci saranno a causa della ginnastica”
Octavian Belu, Romanian Gymnastics News

“Ho avuto un trauma grave, quindi sono stata in cura per un po’. Facevo un doppio avanti teso nella buca. Non so cosa è successo perchè di solito sono brava, ma ho mancato il materassino e sono atterrata di testa sul pavimento. Sono rimasta seduta per un po’ e poi mi sono rialzata e ho detto che mi faceva male l’orecchio. Ho iniziato a camminare all’indietro e gli altri mi hanno detto di sedermi, perchè avevo bisogno di un medico”
Krystal Uzelac, International Gymnast

“Nel calcio è sempre un altro giocatore che ti urta, ti strattona. Nella ginnastica, è il pavimento, o la trave, o un’altra parte di qualche attrezzo che si scontra col tuo corpo che precipita verso il suolo da grandi altezze”
Jennifer Sey, Chalked Up

“La ginnastica è molto dolorosa, specialmente per i bambini; è una tortura”
Zhou Hanhua, allenatore cinese

“Ho avuto abbastanza infortuni per tutto il resto della mia vita. In un certo senso mi hanno resa più forte, determinata a far vedere agli altri che un infortunio non può fermarmi. Ogni atleta ha occasione di provare dolore, forse è solo parte dello sport”
Beth Tweddle, Eurosport

“Non ho sentimenti negativi. Ho imparato ad affrontare la realtà dall’inizio. A volte rivedo vecchi video di me a ginnastica e mi sento orgogliosa di essere stata così brava”
Sang Lan sulla sua immobilizzazione. International Herald Tribune.

“nove mesi dopo l’infortunio i dottori mi dissero che avrei dovuto smettere e io dissi no. Voglio provare a gareggiare alle Olimpiadi! Ero certa di poter vincere una medaglia ed ero pronta a fare qualsiasi cosa”
Sylvia Stoescu. Romanian Gymnastics News.

“Piangeva disperata, come se stesse morendo. Il padre e io la accompagnavamo e ci si spezzava il cuore quando si metteva a piangere così”
La madre di Cheng Fei quando assisteva agli allenamenti della figlia piccola

“Ero stupida. Volevo giustificare tutta la fiducia che avevano riposto in me ed essere un’eroina. Quando portavo il gesso ingrassai e dovevo poi dimagrire. Tutto in fretta, ancora una volta. Andavo ad allenamento due ore prima e correvo come una pazza. Iniziava l’allenamento ed ero già stanca, sia fisicamente che psicologicamente”
Elena Mukhina sulla pressione che subiva, che causò il suo infortunio permanente alla colonna vertebrale

“Sapevo che non mi sarei rialzata da sola”
Courtney Kupets sulla diagonale in cui si infortunò al tendine d’Achille

“è la fine della ginnastica, delle Olimpiadi, ti tutto quello che contava per me. Tutto è crollato”
Isabelle Severino agli Europei. International Gymnast

“Con il tendine di Achille, è sottile la linea tra il romperselo e non romperselo!”
Tasha Schwikert